Decifrazione dei geroglifici egizi

Voce principale: Geroglifici egizi.
Refer to caption
Jean-François Champollion nel 1823, con in mano la sua lista di segni fonetici geroglifici. Dipinto di Victorine-Angélique-Amélie Rumilly

I sistemi di scrittura utilizzati nell'antico Egitto furono decifrati all'inizio del XIX secolo attraverso il lavoro congiunto di numerosi studiosi europei, in particolare l'egittologo francese Jean-François Champollion e il britannico Thomas Young. Le antiche forme di scrittura egiziane, che includevano i sistemi geroglifico, ieratico e demotico, cessarono di essere comprese nel IV e V secolo d.C. perché furono sostituite dall'alfabeto copto. La conoscenza dei metodi di scrittura più antichi da parte delle generazioni successive si basava sul lavoro di autori greci e romani la cui comprensione era però errata. Si credeva, perciò, che i metodi di scrittura egiziani fossero esclusivamente ideografici e rappresentassero idee piuttosto che suoni, e persino che i geroglifici fossero una scrittura mistica esoterica piuttosto che un mezzo per registrare una lingua parlata. Alcuni tentativi di decifrazione da parte di studiosi islamici ed europei nel Medioevo e nei primi tempi moderni riconobbero che i metodi di scrittura avrebbero potuto avere una componente fonetica, ma la percezione millenaria dei geroglifici come ideografici ostacolò gli sforzi per accettare questa teoria fino al XVIII secolo.

La Stele di Rosetta, scoperta nel 1799 dai membri della Campagna d'Egitto di Napoleone Bonaparte, presentava tre testi in tre scritture diverse: geroglifica, demotica e greca. Supponendo che il contenuto dei tre testi fosse lo stesso, si sperava che il testo egizio potesse essere decifrato attraverso la sua traduzione greca, specialmente in combinazione con la conoscenza della lingua copta, l'ultima fase della lingua egizia. Ciò si rivelò tuttavia difficile, nonostante gli avanzamenti compiuti da Antoine-Isaac Silvestre de Sacy e Johan David Åkerblad. Young, basandosi sul loro lavoro, osservò che i caratteri demotici derivavano da geroglifici e identificò molti dei segni fonetici del demotico. Scoprì anche il significato di molti geroglifici, inclusi glifi fonetici in un cartiglio contenente il nome di un re egizio di origine straniera, Tolomeo V. Era convinto, tuttavia, che i geroglifici fonetici fossero usati solo per scrivere parole non egizie. All'inizio degli anni '20 dell'800, Champollion confrontò il cartiglio di Tolomeo con altri e alla fine si rese conto che la scrittura geroglifica era un misto di elementi fonetici e ideografici. Le sue affermazioni furono inizialmente accolte con un certo scetticismo e con l'accusa di aver rubato l'idea a Young, ma gradualmente furono accettate dalla comunità linguistica. Champollion continuò a identificare in modo approssimativo i significati della maggior parte dei geroglifici fonetici e a stabilire gran parte della grammatica e del vocabolario dell'antica lingua egizia. Young, nel frattempo, decifrò ampiamente il demotico usando la Stele di Rosetta in combinazione con altri testi bilingui greci e demotici.

Gli sforzi di decifrazione rallentarono dopo la morte di Young nel 1829 e quella di Champollion nel 1831, ma nel 1837 Karl Richard Lepsius scoprì che molti geroglifici rappresentavano combinazioni di due o tre suoni anziché uno, correggendo così uno dei difetti fondamentali nell'opera di Champollion. Altri studiosi, come Emmanuel de Rougé, raffinarono abbastanza la comprensione dell'egizio e, a partire dal 1850, fu possibile tradurre completamente gli antichi testi egizi. Combinato con la decifrazione del cuneiforme all'incirca nello stesso periodo, il loro lavoro ci permise la comprensione dei testi precedentemente inaccessibili della prima fase della storia umana.


From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Tubidy